by Angelo Sapio
Quest’anno il calendario degli appuntamenti per la festa di s. Rosa si è arricchito di un’iniziativa del tutto inedita presso il Monastero. Due serate di fine agosto, il 28 e il 30, sono state dedicate ad una vera e propria “esperienza” alla scoperta di quella che è ormai una delle tradizioni più popolari della Tuscia: il Corteo Storico di s. Rosa. L’idea, volta a far conoscere più da vicino una realtà a tutti nota ma fondamentalmente poco conosciuta, ha avuto come obiettivo quello di regalare ai Viterbesi un momento di approfondimento per riallacciarsi col proprio trascorso ed apprezzarne tutto il valore artistico e culturale.
Poter vedere e toccare con mano il “dietro le quinte” del Corteo non ha significato soltanto entrare nei meandri della storia senza la frenesia che contraddistingue il pomeriggio del 2 settembre, ma ha senza dubbio assunto anche il valore della scoperta.
Grazie alla disponibilità delle suore Alcantarine è stato possibile accedere a degli ambienti solitamente chiusi al pubblico, quelli della Costumeria appunto, parte integrante del Monastero di S. Rosa, cosa fino a quel momento concessa solo ai figuranti e agli “addetti ai lavori”. Circa quattrocento sono state le persone che, nell’arco delle due serate, hanno vissuto la Corteo Experience. A gruppi di venti si accedeva nella prima sala, dove gli organizzatori hanno illustrato in sintesi la storia della nascita di quel Corteo Storico che fu concepito alla metà degli anni ’70 dall’intuizione della monaca clarissa Suor Maria Primetta Cavalleri e realizzato poi con la consulenza impagabile dell’architetto Alberto Stramaccioni, cofondatore del Corteo Storico del Corpus Domini di Orvieto e quella prestigiosa della modellista viterbese Olimpia Arcangeli, tentando di ridare lustro alla ben più lunga tradizione della Processione Religiosa in onore di s. Rosa (dapprima con la sola partecipazione dei bambini, i cosiddetti “Boccioli di Rosa”). A seguire si poteva assistere ad una proiezione video nel cortile della costumeria con alcuni contributi amatoriali delle prime “uscite” del Corteo. Da qui iniziava il tour vero e proprio nelle sale costumi a partire da quelli dei terziari francescani che precedevano le autorità civili e militari duecentesche fino ad arrivare alle cariche pubbliche del XIX secolo. Ognuno ha potuto quindi godere più da vicino della splendida manifattura di abiti, calzature, elmi, armi, copricapi e diademi. Sono stati inoltre esposte copie dei primi bozzetti dei costumi disegnati dal compianto architetto Stramaccioni, complete dei suoi appunti segnati a margine, oggi conservati nell’archivio del monastero. La costumeria stessa si è inoltre prestata alla perfezione per l’evento, dal momento che le due serate ricadevano proprio nell’unico periodo dell’anno in cui i costumi vengono preparati, suddivisi per secolo e dislocati nelle varie stanze, pronti per essere indossati dai figuranti il pomeriggio del 2 settembre, prima di essere nuovamente revisionati, puliti e infine riposti negli appositi armadi.
Apprezzamento, dunque, più che positivo da parte degli intervenuti, che hanno colto l’occasione per rinsaldare il loro legame con una tradizione non sempre valorizzata come si dovrebbe, ma che è ormai patrimonio indiscusso della comunità.