Presso l’archivio del Monastero di Santa Rosa di Viterbo si conserva da oltre quattro secoli un manoscritto sconosciuto ai più, contenente la vita e i miracoli di s. Rosa. Trattasi nella fattispecie di una libera versione in lingua volgare del Processo di Canonizzazione del 1457 indetto da Papa Callisto III. L’autore è tale Girolamo Vittori, canonico della Cattedrale di Viterbo e confessore delle Clarisse del Monastero della Santa nel secondo decennio del XVII° secolo. Nelle pagine iniziali si evince la volontà dell’autore di dedicare e destinare questo lavoro alle Monache affinché potessero usufruirne secondo le loro necessità. Erano infatti i primi anni della forte riscoperta del culto rosiano a Viterbo e, di conseguenza, della crescente domanda d’ingresso di giovani aspiranti in Monastero. Si rendeva pertanto necessario uno strumento più agile per la conoscenza della vita della Santa rispetto agli atti ufficiali del Processo, certamente meno accessibili. Dopo la fortunata pubblicazione della biografia della Patrona viterbese di Pietro Coretini, posteriore di circa vent’anni, se ne perse quasi certamente memoria. Tuttavia, pur rimanendo tutt’oggi un’opera inedita, si ha conoscenza di una seconda copia, anch’essa manoscritta, conservata presso la Biblioteca Comunale degli Ardenti di Viterbo.
È in corso la trascrizione del testo, del quale si intende fare una collazione di entrambi i manoscritti, al fine anche di capire se essi siano o meno opera della stessa mano.