Per l’anno accademico 2024-2025 la Scuola di Paleografia e Storia del Centro Studi Santa Rosa da Viterbo ETS propone un calendario ricco di corsi e laboratori online, residenziali e in modalità mista. I corsi saranno svolti grazie al contributo finanziario della Fondazione CARIVIT di Viterbo e dell’Accademia Etrusca di Cortona.
Tutti i partecipanti ai corsi avranno accesso alla piattaforma di e-learning e-SPeS, dove saranno caricati i materiali didattici e le registrazioni delle lezioni. Inoltre coloro che avranno frequentando almeno il 75% delle lezioni riceveranno un attestato di partecipazione.
Qui di seguito l’elenco di alcuni dei corsi programmati e di prossimo avvio. Dopo la pubblicazione, il titolo del corso si colorerà di rosso e cliccando su ciascun titolo, verrete reindirizzati alla pagina dedicata con tutte le informazioni sul programma, sul calendario e sulle modalità di iscrizione.
Autunno 2024
Workshop di Paleografia musicale: Il workshop intende essere un laboratorio pratico volto all’analisi approfondita della notazione neumatica e all’edizione di testi liturgico-musicali. In un ciclo di 10 lezioni a cadenza settimanale, verrà proposto un lavoro sul manoscritto Ivrea, Biblioteca Capitolare, LX, in notazione bretone pavese, le cui origini non sono mai state stabilite con certezza.
I tecnici della scrittura. Testi e contesti ecclesiastici (secc. XII-XV): ciclo di seminari gratuiti organizzato dall’Università degli Studi di Bari Aldo Moro, Dipartimento di Ricerca e innovazione Umanistica, sotto la direzione scientifica di Corinna Drago e Pietro Silanos. Il seminario, tenuto da diversi docenti, si svolgerà in modalità mista, online e in presenza (presso l’università di Bari) dal 29 ottobre al 3 dicembre 2024, dalle ore 16.45 alle ore 18.30.
Laboratorio di Paleografia pratica e storia (UNITUS): rivolto a tutti gli studenti universitari della Tuscia interessati a imparare a leggere testi e documenti originali in latino e in volgare del Medioevo e della prima età moderna. Si svolgerà a cadenza bisettimanale il giovedì dal 14 novembre 2024 al 10 aprile 2025.
Laboratorio per l’edizione del Quaresimale di Giacomo della Marca: A seguito dei lavori svolti nel corso della Summer School sui sermoni basso-medievali dello scorso giugno 2024, i coordinatori, in accordo con i partecipanti, hanno deciso di portare avanti il progetto, con l’obiettivo di editare alcuni dei sermoni del Quaresimale di Giacomo della Marca.
Elementi di conservazione preventiva: Il corso intende fornire alcune nozioni di base sulla conservazione preventiva del patrimonio scritto, utili alla gestione pratica e quotidiana dei documenti storici. Si svolgerà nell’unica giornata di sabato 14 dicembre, dalle 9.30 alle 12.20 e dalle 15.00 alle 17.00.
In programma per il 2025
Ecdotica e filologia pratica
Fonti francescane IV
Cartografia storica e digitale: uso di QGIS
Uso di Excel + Uso di Word : macro
Esercitazioni pratiche di lettura
Paleografia pratica per tutti
Diplomatica e storia del diritto III. La documentazione comunale
Catalogazione pratica per il libro antico: strategia e consigli
Nell’ambito del progetto promosso dal Ministero della Cultura, Dipartimento per la Tutela del Patrimonio Culturale – Direzione Generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio – Comitato tecnico-scientifico speciale per la tutela del patrimonio storico della Prima Guerra Mondiale, il Centro Studi Santa Rosa da Viterbo ha curato l’esposizione di alcuni materiali risalenti agli anni del primo conflitto mondiale presenti nella documentazione dell’Archivio del monastero di S. Paolo di Tuscania, conservato presso l’Archivio Generale della Federazione “S. Chiara” delle monache Clarisse Urbaniste d’Italia.
Lo scopo che la mostra si propone è quello di raccontare una storia inedita della Grande Guerra, riportandone gli echi giunti fin dentro le mura del monastero, mettendo in contatto la piccola e la grande storia. La mostra si articola in due sezioni: la prima dedicata a Tuscania e al Monastero di San Paolo negli anni della Prima Guerra Mondiale, la seconda alle testimonianze del conflitto giunte tra le mura del chiostro grazie alla corrispondenza indirizzata alle monache, in particolare a suor Maria Geltrude di Gesù Nazareno.
I documenti esposti restituiscono uno spaccato dell’impatto della Grande Guerra sulla comunità cittadina e all’interno del monastero, evidenziando i cambiamenti in un mondo apparentemente lontano dal conflitto ma che, invece, dialoga costantemente con la realtà esterna.
La Mostra è dedicata alla memoria di Marta Bartoli (1972-2023).
Programma e orari di apertura
La mostra sarà aperta dal 6 dicembre 2024 al 6 gennaio 2025, presso la Sala delle colonne del Monastero di S. Rosa a Viterbo, tutti i giorni dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 18.30 (lunedì pomeriggio chiuso).
L’inaugurazione si terrà il 6 dicembre alle ore 11.00 con l’intervento di Maurizio Gentilini, archivista e storico del Consiglio Nazionale delle Ricerche, alla presenza delle curatrici della mostra.
Comitato scientifico: Francesco M. Cardarelli, Paola Pogliani, Eleonora Rava.
Cura e allestimento: Francesca Poverini, Alessandra Quatrini, Chiara Sassi.
Il Centro Studi Santa Rosa da Viterbo, in collaborazione con il Centro Italiano di Studi di Storia e d’Arte di Pistoia, ha organizzato un incontro di studi dedicato ai testamenti di personaggi illustri tra medioevo ed età moderna, che si terrà il 22 e 23 novembre 2024 a Viterbo, nella Sala del Quattrocento del Monastero S. Rosa.
Il convegno verte sulle ultime volontà di figure di spicco del passato, focalizzandosi non tanto sul testamento in sé, quanto sui testatori e sulle testatrici, per tentare di esplorare quanto le caratteristiche personali (umane, politiche, sociali, religiose) di questi personaggi influirono sulla loro decisione di fare testamento.
Nel corso dell’incontro di studi verranno analizzati testamenti di ogni tipo, significativi, modesti, eccentrici, e convenzionali, con l’obiettivo di cogliere il contesto biografico di ciascun testatore e le modalità d’uso di questo particolare strumento di fine vita.
Il convegno si svolgerà attraverso una serie di “monografie” rapide e riflessioni condivise sugli elementi comuni e sulle differenze tra i casi studiati, in un laboratorio collettivo dinamico e informale.
Il convegno è stato realizzato grazie al contributo concesso dalla Direzione generale Educazione, ricerca e istituti culturali. Qui il link per seguire in diretta lo streaming: https://bit.ly/YouTubeCSSRV.
Per informazioni contattare: segreteriaconvegno@centrostudisantarosa.org
Este año con motivo de la fiesta de Santa Rosa una delegación de la ciudad de Querétaro (México) estuvo en Viterbo para participar en las celebraciones rosianas y conocer el monasterio y las actividades del Centro de Estudios. El día del transporte de la Máquina también se les unió S.E. Sr. Alberto Medardo Barranco Chavarría, Embajador de México ante la Santa Sede. Hemos recolectado testimonios de Nicte-Há Rico Sosa, directora de la Coordinación de Patrimonio Inmaterial y celebraciones comunitarias de Querétaro, José Niembro, director del Museo de Arte Sacro de Querétaro y su colega Joel Pérez. Escuchamos por sus voces en vivo lo que significó esta experiencia.
Quest’anno per la festa di santa Rosa una delegazione della città di Queretaro (Messico) è stata a Viterbo per partecipare alle celebrazioni rosiane e per conoscere il monastero e le attività del Centro Studi. Il giorno del trasporto della Macchina si è unito a loro anche S.E. il Sig. Alberto Medardo Barranco Chavarría, Ambasciatore del Messico presso la Santa Sede. Abbiamo raccolto le testimoniane di Nicte-Há Rico Sosa, direttrice del Coordinamento del Patrimonio Immateriale e feste comunitarie di Queretaro, José Niembro, direttore del Museo di Arte Sacra di Queretaro e il suo collega Joel Pérez. Sentiamo dalle loro vive voci cosa ha significato questa esperienza.
Fiesta y tradición: devoción a santa Rosa de Viterbo
Una de las características de la festividad de santa Rosa que nos une con Viterbo, Italia, es la gran devoción con que los habitantes de estas dos poblaciones viven las actividades religiosas que se realizan en honor de la Santa; además de que en Querétaro se encuentra el único templo dedicado a santa Rosa en México, razón por la cual vale la pena destacar la importancia de mantener vivas la tradiciones de ambas regiones, a partir del fortalecimiento de los lazos de cooperación, solidaridad y apoyo que se entretejieron este año.
Al mismo tiempo que en Querétaro se celebra la fiesta en honor de Santa Rosa, en la ciudad de Viterbo, Italia, se realiza la gran fiesta en honor de la misma Santa, que inició desde hace casi un mes con diversos eventos, uno de los cuales es el recorrido de la Macchina di Santa Rosa por el centro de Viterbo; dicha Macchina – con un peso aproximado de cinco toneladas – es cargada por cien hombres que caminan una distancia mayor a un kilómetro entre la algarabía de los asistentes, los llamados facchini, los encargados de cargar la Macchina ataviados de blanco y rojo con un pañuelo en la cabeza son bendecidos por el obispo con una plegaria especial antes de comenzar.
La leyenda cuenta que la procesión se remonta al año 1258, cuando el papa Alejandro IV ordenó el traslado del cuerpo (incorrupto) de santa Rosa a la iglesia de Santa Maria (después de S. Rosa) y para presenciar este importante evento se congregaron miles de personas. Dicho traslado se recuerda con una festividad muy esperada tanto por sus habitantes como por los visitantes provenientes de varios lugares. Cabe señalar que la tradición de la Macchina fue declarada por la UNESCO, Patrimonio Cultural Inmaterial de la Humanidad.
En la ciudad de Querétaro, en la víspera de la festividad, dieciocho jóvenes del barrio de Santa Rosa se visten con túnicas, diademas de rosas y un crucifijo que asemejan las utilizadas por la santa en el siglo XIII y participan en la procesión que se realiza por las calles del barrio y en la celebración eucarística del día principal de la fiesta.
A través de la colaboración que este año se realizó entre Querétaro – México y Viterbo – Italia, se fortalecen los vínculos culturales entre ambas ciudades y se construye el andamiaje para que la fiesta y la tradición en honor a esta santa que las une, perviva y se fortaleza en el tiempo.
Nicte-Há Rico Sosa
Secretaría de Cultura del Estado de Querétaro
Rosa de Viterbo, una sensible joven modelo de integración y fraternidad a casi 8 siglos en torno a la máquina!
Soy José Niembro Calzada, nací Santiago en Querétaro [México] ciudad inscrita en la UNESCO como patrimonio cultural de la humanidad, y en la cual tenemos el majestuoso templo barroco conocido como Real Beaterio de Sta. Rosa de Viterbo. Este pulcro lugar fue erigido para las religiosa Rosas y atendido por ellas por casi dos siglos, logrando la participación de muchas personas en su patrocinio y profesión de la fe. Por otro lado, desde hace 9 años tengo el gusto de dirigir el Museo de Arte Sacro de la Diócesis de Querétaro, además de ser un convencido de la importancia del turismo religioso; en este sentido, y con apoyo de la Secretaría de Cultura del Gobierno estatal, mi compañero Joel Pérez y yo acudimos a la fiesta de Santa Rosa de Viterbo que recién se llevó a cabo en Italia y que por mucho rebasó mis expectativas.
De Rosa de Viterbo sabemos poco por lo que nos entusiasma colaborar con el Centro Estudi Santa Rosa da Viterbo, un lugar de encuentro de académicos de talla internacional empañados en estudios medievales sean históricos, filológicos, artísticos, paleográficos … vemos que hay mucho por descubrir y con alegría esperamos la oportunidad de conocer más sobre Santa Rosa.
Vivimos la experiencia de la sorprendente ofrenda que año con año hacen a Sta. Rosa mediante la Máquina, por ello, si algo tenemos que destacar es la enorme participación de la gente; los viterbeses con mucha emoción, convicción y respeto proponen, construyen y colaboran con ésta, su gran fiesta; una composición de enorme fe y buen gusto, con significados artísticos, teólogos e iconográficos.
Es emocionante participación de los faquinos, sin duda los protagonistas de la celebración, quienes debidamente coordinados no temen al peso, peligro y desafío de portar hasta los pies de la Santa en su Santuario la enorme ofrenda que su pueblo le preparó. No tengo palabras para agradecer y reconocer a las autoridades, organizadores, padres de familia, faquinos (niños y adultos) y todos los viterbeses que hicieron inolvidables unos segundos de las vidas de miles de espectadores que gritamos, aplaudimos y lloramos de emoción al tener esta enorme luz llena de vibras extraordinarias que Dios nos da mediante esa maravillosa ofrenda.
Gracias al Mstro Filippo Sedda y al Centro Estudio Santa Rosa da Viterbo por la invitación al lugar que nos permitió disfrutar de este gran espectáculo, gracias por dejarnos conocer más a la Santa y gracias a las religiosas que motivan e impulsan esta festividad; gracias también al obispo Horacio Piazza por su palabra y gracias a la municipalidad por estar presentes en cada momento que pudimos vivir. Viterbo tiene en sus manos una grave responsabilidad, mantener la tradición para las generaciones venideras y que se preserve con respeto.
Muchas gracias y felicidades a todos quienes hacen posible esta gran fiesta. Hago votos para que en Querétaro en proporciones guardadas podamos acercarnos a una posible celebración como la que los italianos son capaces de hacer. Está fiesta logra arraigo e identidad por su pueblo y esto da como resultado armonía y buena convivencia.
Dios bendiga a Viterbo!
José Niembro
Una tradición viva en el corazón de un Mexicano.
El pasado 3 de septiembre de 2024, tuve la oportunidad de presenciar por primera vez el transporte de la *Macchina di Santa Rosa* en Viterbo, una experiencia que me sobrecogió tanto emocional como espiritualmente. Ver a los *Facchini* – los hombres encargados de soportar la estructura de más de 30 metros de altura y 5 toneladas de peso – me generó una profunda admiración por su devoción y fortaleza física. Cada paso que daban al ritmo del grito “Santa Rosa” era un testimonio vivo de una tradición que, desde 1664, une a la ciudad en un espectáculo de fe y comunidad.
La *Macchina*, una torre iluminada en honor a Santa Rosa, patrona de Viterbo, con más de 800 luces recorre las calles de la ciudad en una procesión nocturna que transcurre entre la multitud expectante. El origen de esta tradición se remonta al siglo XIII, cuando los restos de la joven santa fueron trasladados desde su lugar de descanso a la iglesia y monasterio de S. Maria (después S. Rosa). En los siglos posteriores, la traslación evolucionó hasta convertirse en la imponente procesión que se lleva a cabo hoy, con una estructura renovada cada cuatro años para reflejar la gloria y milagros de la santa.
La palpable unión entre los ciudadanos, quienes celebran este acto no solo como una expresión de fe, sino como un símbolo de identidad. Ver cómo la “Macchina” avanzaba por las estrechas calles de Viterbo, levantada por la fuerza humana acompañada de una emoción colectiva, es el recordatorio del poder de las tradiciones para conectar generaciones y mantener viva la memoria de un pasado compartido.
Como Queretano me siento privilegiado y conmovido de poder expresar estas palabras, recordar la vida de la Santa me hacen un devoto más que nos compromete a los Queretanos a conocer más de su vida y obra, recordando que en esta “Muy noble y leal ciudad” de Santiago de Querétaro tenemos el imponente Templo de Santa Rosa de Viterbo que es icono de la arquitectura barroca del Centro Histórico declarado Patrimonio de la Humanidad en el año 1996.
Festa e tradizione: devozione a santa Rosa da Viterbo
Una delle caratteristiche della festa di Santa Rosa che ci unisce con Viterbo, in Italia, è la grande devozione con cui gli abitanti di queste due città vivono le attività religiose che si svolgono in onore della Santa; inoltre, a Querétaro si trova l’unico Santuario dedicato a Santa Rosa in Messico, motivo per cui vale la pena sottolineare l’importanza di mantenere vive le tradizioni di entrambe regioni, rafforzando i legami di cooperazione, solidarietà e sostegno che si sono intrecciati durante questo periodo. anno.
Nello stesso momento in cui si celebra la festa in onore di Santa Rosa a Querétaro, nella città di Viterbo, in Italia, si tiene la grande festa in onore della stessa Santa, iniziata quasi un mese fa con vari eventi, uno dei qual’ è il percorso della Macchina di Santa Rosa attraverso il centro di Viterbo; detta Macchina – del peso di circa cinque tonnellate – viene trasportata da un centinaio di uomini che percorrono a piedi un percorso di oltre un chilometro in mezzo al rumore degli assistenti, i cosiddetti facchini , coloro chi caricano della Macchina vestiti di bianco e rossi con un fazzoletto sulla testa, vengono benedetti dal vescovo con una preghiera speciale prima di iniziare.
La leggenda narra che la processione risale all’anno 1258, quando papa Alessandro IV ordinò la traslazione del corpo (incorrotto) di Santa Rosa nella chiesa di Santa Maria (poi di S. Rosa)e migliaia di persone si sono riunite per assistere a questo importante evento. Questo trasferimento viene ricordato con una festa tanto attesa sia dagli abitanti che dai visitatori provenienti da varie località. Da sottolineare che la tradizione della Macchina è stata dichiarata dall’UNESCO, Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità.
Nella città di Querétaro, alla vigilia della festa, diciotto giovani del quartiere di Santa Rosa si vestono con tuniche, diademi di rose e un crocifisso che ricorda quell’ usato dalla santa nel XII secolo, queste giovane partecipano alla processione che si svolge per le vie del quartiere e nella celebrazione eucaristica del giorno della festa.
Attraverso la collaborazione realizzata quest’anno tra Querétaro – Messico e Viterbo – Italia, si rafforzano i legami culturali tra le due città e si costruiscono le basi affinché la festa e la tradizione in onore di questa Santa che ci unisce, sopravviva e sia rafforzato nel tempo.
Nicte-Há Rico Sosa
Segretaria della Cultura dello Stato del Querétaro
Rosa de Viterbo, una giovane sensibile modello di integrazione e fraternità da quasi 8 secoli attorno alla macchina!
Sono José Niembro Calzada, sono nato a Santiago di Querétaro [Messico], città iscritta dall’UNESCO come patrimonio culturale dell’umanità, e nella quale abbiamo il maestoso Santuario barocco conosciuto come Real Beaterio de Santa Rosa da Viterbo. Questo bel luogo fu eretto per le monache Rosas e da loro curato per quasi due secoli, ottenendo la partecipazione di numerose persone al loro mecenatismo e professione di fede. D’altronde da 9 anni ho il piacere di dirigere il Museo d’Arte Sacra della Diocesi del Querétaro, oltre ad essere convinto dell’importanza del turismo religioso; in questo senso, e con il sostegno della Segretaria della Cultura del governo della regione, io e il mio collega Joel Pérez abbiamo partecipato alla festa di Santa Rosa da Viterbo che si è appena celebrata in Italia e che ha superato enormemente le mie aspettative.
Sappiamo poco di Rosa de Viterbo, motivo per cui siamo entusiasti di collaborare con il Centro Studi Santa Rosa da Viterbo, un luogo di incontro per accademici di statura internazionale immersi negli studi medievali, siano essi storici, filologici, artistici, paleografici… noi vediamo che c’è molto da scoprire e aspettiamo con gioia l’occasione di conoscere meglio Santa Rosa.
Abbiamo vissuto l’esperienza della sorprendente offerta che anno dopo anno si fa a Santa Rosa attraverso la Macchina, quindi, se c’è qualcosa da evidenziare è l’enorme partecipazione della gente: i viterbesi con grande emozione, convinzione e rispetto propongono, costruiscono e collaborano a questa loro grande festa; una composizione di enorme fede e buon gusto, con significati artistici, teologici e iconografici.
È una partecipazione emozionante quella dei facchini, senza dubbio i protagonisti della celebrazione, che, opportunamente coordinati non temono il peso, il pericolo e la sfida di portare ai piedi della Santa nel suo Santuario la grande offerta che il popolo ha preparato. Non ho parole per ringraziare e applaudire le autorità, gli organizzatori, i genitori, i facchini (bambini e adulti) e tutti i viterbesi che hanno reso indimenticabili alcuni secondi della vita di migliaia di spettatori che hanno gridato, applaudito e pianto di commozione per avere questo enorme luce piena di vibrazioni straordinarie che Dio ci dona attraverso questa meravigliosa offerta.
Grazie al dott. Filippo Sedda del Centro Studi Santa Rosa da Viterbo per l’invito nel luogo che ci ha permesso di godere di questo grande spettacolo, grazie per averci fatto conoscere meglio la Santa e grazie alle suore che motivano e promuovono questa festa; grazie anche al vescovo Francesco Orazio Piazza per le sue parole e grazie al Comune per essere stato presente in ogni momento che abbiamo potuto vivere. Viterbo ha tra le mani una seria responsabilità: mantenere la tradizione per le generazioni future e preservarla con rispetto.
Grazie mille e complimenti a tutti coloro che rendono possibile questa grande festa. Spero che Querétaro possa avvicinarsi a una possibile celebrazione come quella che sanno fare gli italiani. Questa festa raggiunge radici e identità per la sua gente e questo si traduce in armonia e buona convivenza.
Dio benedica Viterbo!
Dr. José Niembro
Una tradizione viva nel cuore di un messicano
Il 3 settembre 2024 ho avuto l’opportunità di assistere per la prima volta al trasporto della Macchina di Santa Rosa a Viterbo, un’esperienza che mi ha travolto sia emotivamente che spiritualmente. Vedere i Facchini – gli uomini incaricati di sostenere la struttura alta più di 30 metri e pesante 5 tonnellate – mi ha suscitato profonda ammirazione per la loro devozione e forza fisica. Ogni passo compiuto al ritmo del grido “Santa Rosa” era testimonianza viva di una tradizione che, dal 1664, unisce la città in uno spettacolo di fede e di comunità.
La Macchina, una torre illuminata in onore di Santa Rosa, patrona di Viterbo, con più di 800 luci percorre le vie della città in una processione notturna che passa attraverso una folla in attesa. L’origine di questa tradizione risale al XIII secolo, quando le spoglie della giovane santa furono traslate dal suo luogo di riposo alla chiesa e monastero di S. Maria (poi S. Rosa). Nei secoli successivi la traslazione divenne l’imponente processione che si svolge oggi, con una struttura rinnovata ogni quattro anni per riflettere la gloria e i miracoli della santa.
C’è un’unione palpabile tra i cittadini, che celebrano questo atto non solo come espressione di fede, ma come simbolo di identità. Vedere come la Macchina avanzava tra le strette vie di Viterbo, sollevata dalla forza umana accompagnata dall’emozione collettiva, ricorda il potere delle tradizioni di connettere generazioni e mantenere viva la memoria di un passato condiviso.
Come queretano mi sento privilegiato e commosso nel poter esprimere queste parole, ricordare la vita della Santa mi rende più devoto e impegna la gente di Querétaro a conoscere meglio la vita e l’opera di Santa Rosa, ricordando che questa “Molto nobile e leale città” di Santiago de Querétaro possiede l’imponente Santuario di Santa Rosa da Viterbo, icona dell’architettura barocca del Centro Storico, dichiarato Patrimonio dell’Umanità nel 1996.
Una ‘speranza’ per il futuronella Città dei Papi, grazie alla Fondazione Carivit e all’Accademia Etrusca di Cortona
Dicevano gli Antichi che dal male, talvolta, può derivare anche il bene (Ex malo, bonum). La pandemia di Covid-19 ha provocato negli anni scorsi lutti e danni innumerevoli in tutto il mondo, ma ha fatto anche sorgere progetti innovativi e azioni positive.
Una di queste iniziative è quella promossa dal Centro Studi Santa Rosa da Viterbo – sorto nel 2010 e presieduto da Attilio Bartoli Langeli, uno dei maggiori studiosi di paleografia e del Medioevo del nostro Paese – divenuto in breve tempo un autorevole ente di riferimento scientifico e culturale, non solo nell’ambito viterbese, ma a livello nazionale anche grazie alla progressiva aggregazione di centri di ricerca (Centro Europeo Studi Medievali, Centro Studi S. Giacomo della Marca, Centro Studi Frate Elia, Società Pistoiese di Storia Patria) e di università (Università della Tuscia, Università di Napoli “Federico II”, Università di Chieti-Pescara, Università di Macerata, Università di Venezia “Ca’ Foscari”, Università di Bari “Aldo Moro”, Università di Urbino). Nella primavera del 2020, costituendo la SPeS, acronimo augurale per indicare la Scuola di Paleografia e Storia (spes significa ‘speranza’ in latino), il Centro Studi ha avviato un programma di incontri e di lezioni a distanza, tenuti da autorevoli studiosi, rivolti in primo luogo agli studenti dell’Università della Tuscia, ma anche a quanti fossero interessati a imparare a leggere e interpretare i documenti manoscritti medievali e della prima età moderna in originale e ad approfondire temi riguardanti la paleografia, la diplomatica e l’edizione dei testi antichi.
Il programma, nato durante l’emergenza pandemica per offrire il nostro contributo solidaristico per superare l’isolamento collettivo, ha riscosso da subito un grande successo e ha consentito a molti studenti universitari, a studiosi e a professionisti di vario genere di conoscere il prezioso ‘tesoro’ conservato presso il monastero di Santa Rosa da Viterbo, tutelato, studiato e valorizzato dal Centro Studi intitolato alla patrona della Città dei Papi: un patrimonio unico di documenti, libri, opere d’arte e oggetti della vita quotidiana, accumulatisi a partire dal XIII secolo intorno al culto della piccola penitente viterbese, dispensatrice di innumerevoli miracoli, in vita e soprattutto dopo la morte ad appena 18 anni nel 1252.
Senza contare la fase sperimentale del 2020, negli ultimi quattro anni accademici il Centro Studi Santa Rosa da Viterbo ha promosso attraverso la SPeS ben 53 corsi e laboratori, a cui hanno partecipato un totale di oltre 1700 allievi. Con la fine della pandemia si sono potute finalmente svolgere anche iniziative in presenza, ma si è ritenuto utile continuare a utilizzare anche la modalità on-line, che consente la partecipazione di molte persone interessate che vivono nelle più svariate località italiane e anche all’estero.
In particolare, per l’anno accademico 2023-2024 il Centro Studi ha deciso di potenziare l’offerta formativa della SPeS, con percorsi specializzati nei settori umanistici dell’alta formazione della paleografia, della cultura del testo e delle fonti archivistiche, trascurate nei tradizionali programmi accademici, e di incentivare le iscrizioni da parte di giovani studiosi e dottorandi, con particolare attenzione ai meno abbienti, esonerati dalle spese di iscrizione ai corsi. Questo vero e proprio salto di qualità è stato reso possibile solo grazie al contributo finanziario di due istituzioni ben radicate nel territorio della Tuscia, con cui il Centro Studi ha avviato da anni una proficua collaborazione: la Fondazione Cassa di Risparmio della provincia di Viterbo (Carivit) e l’Accademia Etrusca di Cortona.
Grazie al cofinanziamento generosamente offerto dalla Fondazione Carivit e dall’Accademia Etrusca di Cortona, la Scuola di Paleografia e Storia del Centro Studi Santa Rosa da Viterbo ha proposto nell’anno accademico appena concluso un fitto calendario di corsi e laboratori a distanza e in modalità mista (in presenza e da remoto):
Corso intensivo in presenza per l’inventariazione dei beni storici e artisticiattraverso il software CeiOa: organizzato dall’Ufficio dei Beni Culturali Ecclesiastici, in collaborazione con la Pontificia Università Gregoriana e l’Università della Tuscia.
Avviamento alla Paleografia musicale: introduzione alle grafie neumatiche utilizzate nei manoscritti liturgici del Medioevo occidentale.
Access per umanisti: per insegnare a costruire un database adatto all’indicizzazione dei dati ricavabili dalle fonti documentarie più disparate (testamenti, compravendite, mutui, donazioni, registri contabili, lettere, ecc.).
Laboratorio di Paleografia pratica e Storia: rivolto a tutti gli studenti dell’Università della Tuscia interessati a imparare a leggere testi e documenti originali in latino e in volgare del Medioevo e della prima età moderna.
Fonti francescane 2024: terza edizione di un seminario specialistico sugli scritti e sulle biografie del Poverello d’Assisi, in vista dell’ottavo centenario dalla sua morte.
Paleografia pratica per tutti II: introduzione alla conoscenza delle scritture a mano utilizzate per i documenti e i libri dopo l’invenzione e la diffusione della stampa a caratteri mobili (XVI-XX secolo).
Leggere e capire il latino medievale II: per far acquisire ai partecipanti una conoscenza della lingua latina medievale, guidandoli nella traduzione e interpretazione di testi latini del basso Medioevo.
L’Araldica come disciplina storica II: per dotare i partecipanti degli strumenti per l’utilizzo dell’araldica nella ricerca storica e per la descrizione di uno stemma.
Diplomatica e storia del diritto II: destinato specialmente, ma non esclusivamente, ad archivisti, medievisti e studiosi interessati ad approfondire la storia, il linguaggio e gli istituti giuridici medievali.
Introduzione all’uso di Classical Text Editor: un software in grado di gestire diversi livelli di apparati e note critiche, indici e testi in scritture sinistrorse (come l’ebraico e l’arabo).
Attraverso la lettura diretta di manoscritti e documenti degli archivi viterbesi e in particolare dell’Archivio del monastero di Santa Rosa e l’utilizzo dei metodi e delle tecniche informatiche più avanzate proposte dalle digital humanities, i partecipanti ai suddetti dieci corsi e laboratori promossi dalla Scuola di Paleografia e Storia del Centro Studi Santa Rosa da Viterbo hanno acquisito nuove e importanti competenze nelle varie discipline, ottenendo risultati significativi nei rispettivi percorsi specialistici e ponendo le basi per un loro futuro nel campo della ricerca umanistica.
Paola Pogliani
(Università degli Studi della Tuscia – Centro Studi Santa Rosa da Viterbo ETS)
La mostra Fra le mura del chiostro. La vita quotidiana in un monastero di clausura, si colloca alla fine di un percorso iniziato dal Centro Studi Santa Rosa nel 2020 con la schedatura degli utensili da cucina e la digitalizzazione della documentazione d’archivio inerente alla gestione della dispensa e della preparazione dei pasti insieme allo studio delle attività artigianali, soprattutto la realizzazione di reliquari in papier roulle e fiori di stoffa.
Nel 2021 il Centro Studi ha organizzato il convegno Microstoria e storia della vita quotidiana dalla documentazione dei monasteri di clausura femminili XV-XIX secc., finanziato dalla Direzione Generale Educazione Ricerca e istituti culturali. Il convegno ha affrontato il tema della quotidianità nei monasteri di clausura femminili fra XV e XIX secolo partendo dalla documentazione conservata negli archivi, analizzata integrando le tecniche della microstoria con quelle della ‘storia della vita di ogni giorno.
Se la storiografia aveva fino ad allora focalizzato l’attenzione sui temi della scansione temporale della vita nel monastero, della cultura delle monache, della spiritualità, il convegno tenuto nel 2021 invece è ‘entrato’ nel monastero seguendo le attività svolte dalle monache e connesse alla materialità della vita di tutti i giorni. Gli atti del convegno sono stati pubblicati nel volume finanziato dalla Direzione Generale Educazione Ricerca e Istituti Culturali: Fra le mura del chiostro: microstorie e storia di vita quotidiana nei monasteri di clausura (secc. XV-XIX), a cura di Paola Pogliani ed Eleonora Rava, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2023.
La mostra Fra le mura del chiostro persegue lo stesso scopo – per questo motivo il titolo è volutamente analogo a quello del convegno – allargando però la platea e la fruizione al grande pubblico. Gli oggetti esposti dialogheranno con la documentazione d’archivio e i volumi antichi mettendo a disposizione dei fruitori.
L’obiettivo della mostra è quello di realizzare un allestimento che racconti la vita delle monache all’interno delle mura della clausura e i loro rapporti con la comunità civile attraverso le notizie tratte dai documenti e la presentazione delle collezioni di oggetti. La mostra vuole divenire punto di partenza per l’espressione di aspetti poco indagati della vita monastica ed offrire al territorio, ma anche all’attenzione di studiosi e pubblici diversificati, una nuova forma di scrittura della storia della comunità monastica con le sue ricadute sulla città di Viterbo.
La mostra si inserirà in armonia nel percorso di visita attuale del Monastero di Santa Rosa andando ad arricchire la fruizione e la valorizzazione del patrimonio storico, artistico, architettonico e culturale della Città di Viterbo, così fortemente legata al culto della Santa. Inoltre, l’allestimento, per le sue caratteristiche ed il taglio antropologico, sarà un unicum su tutto il territorio.
Destinatari della mostra sono fasce di pubblico diversificate tra cui bambini, giovani, scuole di ordine e grado differente, studenti universitari, ricercatori, docenti, adulti di ogni professione ed età, pellegrini, l’intera comunità viterbese e turisti nazionali e internazionali.
La mostra, articolata in sei sezioni, sarà aperta dal 23 agosto al 27 ottobre 2024 a Viterbo, presso il monastero di Santa Rosa, tutti i giorni, ad eccezione del lunedì pomeriggio, con il seguente orario: 9.30 – 12.30 e 15.30 – 18.30.
Dopo tanti incontri online, finalmente il Centro Studi è riuscito a sperimentare un laboratorio in presenza, presso la rinnovata accoglienza del Monastero di S. Rosa.
Si è trattato della Summer School per l’edizione del Quaresimale di Giacomo della Marca (1393-1476), realizzata dal Centro Studi Santa Rosa da Viterbo, la Provincia Picena Frati Minori delle Marche, la Biblioteca francescana-picena di Falconara, il Centro Studi S. Giacomo della Marca e con il patrocinio scientifico del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Macerata, dell’Istituto Francescano di Spiritualità della Pontificia Università Antonianum e del Centro Culturale Aracoeli.
Dal 9 al 14 giugno 2024, sotto la guida di Lorenzo Turchi, Francesco Nocco e Filippo Sedda, si è potuto stare intorno a un tavolo per leggere, trascrivere, indagare le fonti di un manoscritto vaticano che tramanda questo sermonario nella forma più completa. Tuttavia, gli otto partecipanti (provenienti da varie università italiane e straniere) hanno potuto condividere anche le esperienze, la fatica e la gioia di lavorare in questo cantiere dell’editore di testi medievali con una fonte così peculiare come i sermoni dei predicatori osservanti.
Hanno arricchito il convivio le visite all’archivio provinciale dei padri Agostiniani, dove p. Rocco Ronzani ci ha guidato con saggezza e ci ha presentato la figura di santa Rita, che secondo la tradizione ricevette la stigma della spina dopo aver sentito una predica proprio del Quaresimale di Giacomo della Marca. Eleonora Rava ci ha guidato per i meandri della documentazione dell’Archivio generale della Federazione delle Clarisse Urbaniste e Francesco Nocco ha presentato alcune testimonianze scritte dell’Archivio delle Clarisse di S. Giacinta. Attilio Bartoli Langeli ha introdotto le varie tipologie di edizioni a cui un testo può essere sottoposto e Letizia Pellegrini ha invece guidato i partecipanti attraverso la lettura del fenomeno osservante e gli strumenti delle performance sermocinatorie di tali frati.
Il lavoro si è concentrato sul sermone De ludo, ossia il sermone che Giacomo predica contro i giochi; ma ciascun partecipante si è reso disponibile a dedicarsi nei prossimi mesi a un lavoro di edizione di un sermone, attingendo alle tematiche più tipiche: sull’usura, sui sortilegi, contro le vanità delle donne, sulla pace, sul nome di Gesù… al fine di arrivare nel 2026 a una pubblicazione dei sermoni latini, con traduzione in italiano, per il centenario della canonizzazione (1726-2026) e i 550 anni dalla morte (1476-2026).
L’auspicio è che il gruppo possa consolidarsi per produrre l’edizione integrale del Quaresimale.
In occasione dell’evento “Ludika 1243”, manifestazione viterbese ludico-culturale che si tiene nel cuore del quartiere San Pellegrino, il Centro Studi Santa Rosa da Viterbo lancia una nuova iniziativa: “Leggere e scrivere nel Medioevo”. L’evento si svolgerà presso le sale dell’Archivio di S. Giacinta, in piazza della Morte 6 con il seguente programma:
Da giovedì 4 a domenica 7 luglio, dalle 17:00 alle 22:00, verrà esposta una selezione di documenti medievali conservati nell’archivio del Monastero di Santa Rosa. La mostra avrà un approccio interattivo, grazie ad un laboratorio di lettura che permetterà di entrare nel cuore dei documenti manoscritti; a cura di Martina Giannini, Francesca Poverini, Alessandra Quatrini.
Venerdì 5 luglio alle 18:00 si svolgerà la lettura del manoscritto dell’assedio di Viterbo, a cura di Filippo Sedda.
Sabato 6 luglio, alle 17:00 si terrà una presentazione sulla scrittura e i materiali scrittori nel Medioevo, a cura di Francesco Mori; dalle 18:00 si aprirà il laboratorio di scrittura con dimostrazioni pratiche di 30 minuti.
Qui sotto vi presentiamo una selezione di foto dei materiali selezionati per l’evento, curata da Angelo Maggini.
Per l’anno accademico 2023-2024 la Scuola di Paleografia e Storia del Centro Studi Santa Rosa da Viterbo ETS propone un fitto calendario di corsi e laboratori online e in modalità mista. Tutti i partecipanti ai corsi varanno accesso alla piattaforma di e-learning e-SPeS, dove saranno caricati i materiali didattici e le registrazioni delle lezioni. Inoltre coloro che avranno frequentando almeno il 75% delle lezioni riceveranno un attestato di partecipazione. Alcuni corsi saranno svolti grazie al contributo finanziario della CARIVIT e dell’Accademia Etrusca di Cortona.
Ecco l’elenco dei corsi programmati e di prossimo avvio. Dopo la pubblicazione, il titolo del corso si colorerà di rosso. Cliccando su ciascun titolo, verrete reindirizzati alla pagina dedicata con tutte le informazioni sul programma, sul calendario e sulle modalità di iscrizione.
Autunno 2023
Avviamento alla Paleografia musicale: Il corso, tenuto da Laura Albiero e Alessandra Ignesti, intende proporre un’introduzione alle grafie musicali cosiddette neumatiche utilizzate nei manoscritti liturgici del Medioevo occidentale. Si svolgerà ogni mercoledì dalle 17 alle 19 dal 27 settembre al 6 dicembre 2023.
I tecnici della Scrittura. Testi e contesti laici (secc. XI-XIV): ciclo di seminari gratuiti organizzato dall’Università degli Studi di Bari Aldo Moro, Dipartimento di Ricerca e innovazione Umanistica, sotto la direzione scientifica di Corinna Drago e Pietro Silanos. Il semnario, tenuto da diversi docenti, si svolgerà in modalità mista, online e in presenza (presso l’università di Bari) dal 7 novembre al 5 dicembre 2023, dalle ore 16.00 alle ore 18.00.
Laboratorio edizioni di fonti testamentarie: si tratta di un laboratorio pratico, tenuto da Attilio Bartoli Langeli Eleonora Rava e Mauro Ronzani, che si propone di introdurre alle tecniche, ai metodi, alla cultura dell’edizione delle fonti testamentarie, attraverso un percorso di durata annuale (ottobre-maggio) con incontri a cadenza mensile. Si svolgerà un venerdì al mese dalle ore 16.30 alle ore 19.30.
Access per umanisti:il corso di carattere pratico ha l’obiettivo di rendere i partecipanti capaci di costruire un database adatto all’indicizzazione dei dati ricavabili dalle fonti documentarie più disparate (testamenti, compravendite, mutui, donazioni, registri contabili, lettere ecc.). Si svolgerà a cadenza bisettimanale ogni lunedì dal 6 novembre, al 18 dicembre 2023, dalle 16 alle 19.
Laboratorio di Paleografia pratica e storia (UNITUSCIA): rivolto a tutti gli studenti universitari della Tuscia interessati a imparare a leggere testi e documenti originali in latino e in volgare del Medioevo e della prima età moderna. Si svolgerà a cadenza bisettimanale il giovedì dal 26 ottobre 2023 al 4 aprile 2024.
Inverno 2024
Tra testo e immagine. Forme ed evoluzioni del manoscritto miniato medievale: Il corso, tenuto da Luca Di Palma, intende introdurre i partecipanti alla conoscenza del libro miniato, servendosi di un approccio pratico per consentire di riconoscere le varie tipologie illustrative, la classificazione e la descrizione delle miniature. Si svolgerà online, il martedì dalle 17.00 alle 19.00, dal 30 gennaio al 5 marzo 2024.
Fonti francescane 2024: siamo arrivati alla terza edizione del seminario sulle fonti francescane. I seminari sono a cadenza mensile, dal 12 gennaio al 14 giugno 2024.
Paleografia pratica per tutti 2024: il corso intende introdurre i partecipanti alla conoscenza delle scritture a mano utilizzate per i documenti e i libri dopo l’invenzione e la diffusione della stampa a caratteri mobili (XVI-XX secolo). Il corso si svolgerà il lunedì dalle 17 alle 19,30 con cadenza quindicinale a partire dal 5 febbraio fino al 20 maggio 2024.
Leggere e capire il latino medievale II: Il corso, tenuto da Marina Soriani Innocenti, intende fornire ai partecipanti una conoscenza di base della lingua latina medievale, guidandoli nella traduzione e interpretazione di testi latini del basso Medioevo. Le lezioni si terranno il mercoledì dalle 17.00 alle 19.00 a partire dal 14 febbraio.
Primavera 2024
L’Araldica come disciplina storica 2024: Il corso, tenuto da Paola Monacchia, intende approcciare l’araldica come disciplina utilizzata nella ricerca storica e mostrare in modo pratico come descrivere uno stemma. Le lezioni si terranno il mercoledì dalle 17.00 alle 19.00 a partire dal 10 aprile.
Diplomatica e storia del diritto II: Il corso è destinato specialmente, ma non esclusivamente, a archivisti, medievisti e a studiosi che vogliono approfondire la storia, il linguaggio e gli istituti giuridici. Esso consiste nella lettura di documenti spiegati in tutti i particolari e commentati, parola per parola, alla luce della storia del diritto. Le lezioni si svolgeranno tutti i martedì dalle ore 17 alle 19 a partire dal 23 aprile 2024 fino al 18 giugno 2024.
Introduzione all’uso di Classical Text Editor: il corso va incontro alle esigenze specifiche di filologi, paleografi, diplomatisti, che sovente incontrano problemi nel gestirei propri lavori o sono sottoposti a snervanti e meticolose correzioni di bozze. Diversamente, il software Classical Text Editor (CTE) può gestire diversi livelli di apparati e note critiche, gli indici e testi in scritture sinistrorse (come ebraico e arabo).
Il libro antico: descrizione e conservazione: Il corso, tenuto da Simona Inserra, mira a fornire strumenti di base per un primo approccio allo studio e alla descrizione dei libri antichi, con un focus sull’analisi degli esemplari e il trattamento dei segni d’uso, sulle legature e sullo stato di conservazione. Le lezioni si terranno il giovedì, dal 2 maggio al 6 giugno, dalle ore 17.00 alle 19.00.
Se avete dubbi o domande sullo svolgimento dei corsi, consultate la nostra sezione FAQ!
Le esercitazioni di lettura sono indirizzate a coloro che, per necessità di studio, lavoro o interesse personale, desiderano fare pratica nella lettura di documenti paleografici di vari periodi storici. Verranno svolte online sulla piattaforma Zoom in piccoli gruppi di 3-5 persone.
Programma
Giovedì 18 aprile alle ore 17 si terrà un primo incontro gratuito. Le successive esercitazioni potranno essere divise in due giorni:
– il mercoledì pomeriggio dalle 17 alle 19 (24 aprile, 8 maggio, 15 maggio)
– il giovedì pomeriggio dalle 17 alle 19 (2, 9, 16 maggio)
Giovedì 23 maggio alle ore 17 si terrà un altro incontro gratuito. Le successive esercitazioni potranno essere divise in due giorni:
– il mercoledì pomeriggio dalle 17 alle 19 (29 maggio, 5 giugno, 19 giugno)
– il giovedì pomeriggio dalle 17 alle 19 (30 maggio, 6 giugno, 20 giugno)
Per motivi organizzativi, al momento dell’iscrizione, si potrà scegliere il giorno preferito che potrà però essere modificato in base al numero degli iscritti e alle richieste pervenute.
Iscrizione
Le adesioni per partecipare agli incontri gratuiti dovranno pervenire attraverso questo modulo – lezione di prova entro e non oltre la mezzanotte del giorno precedente (è necessaria una Gmail per la compilazione).
A seguito dell’incontro gratuito, coloro che vorranno partecipare ad un ciclo di tre esercitazioni dovranno compilare il modulo-iscrizioneentro la domenica precedente l’inizio del ciclo. Il contributo previsto per un ciclo di tre esercitazioni è di 30 €.