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Il libro antico: descrizione e conservazione

Il corso Il libro antico: descrizione e conservazione mira a fornire strumenti di base per un primo approccio allo studio e alla descrizione dei libri antichi, con un focus sull’analisi degli esemplari e il trattamento dei segni d’uso, sulle legature e sullo stato di conservazione.
Il corso è teorico, con esercitazioni pratiche online. Durante il corso saranno proposti per l’analisi alcuni libri antichi interamente digitalizzati, saranno analizzati alcuni cataloghi a stampa di fondi librari antichi e saranno create alcune schede descrittive secondo lo standard bibliografico ISBD.
Durante il corso saranno fornite una bibliografia e una sitografia di riferimento.

 

Calendario

Il corso si articola in 6 incontri di due ore, dalle ore 17.00 alle ore 19.00, e prevede una verifica finale.

  • 2 maggio 2024: lineamenti di storia del libro antico; materiali e manifattura del libro antico
  • 9 maggio 2024: formato, segnatura, formula collazionale, registro; apparato illustrativo; tipografi e marche tipografiche
  • 16 maggio 2024: repertori e banche dati per lo studio del libro antico; cataloghi
  • 23 maggio 2024: dalle raccolte al libro; note di possesso, note di lettura, segni d’uso; rilevamento e studio dei segni di provenienza
  • 30 maggio 2024: la legatura del libro antico: legature originali, rilegature, restauri
  • 6 giugno 2024: la conservazione del libro antico: un primo approccio; orientamento bibliografico e sitografia

 

Modalità di iscrizione

Le iscrizioni dovranno pervenire rigorosamente entro il 25 aprile 2024 attraverso questo modulo (è necessaria una casella di posta Gmail per la compilazione). Il contributo di partecipazione è di 100 € (50 € per gli studenti delle università convenzionate), che potrà essere versato attraverso bonifico
bancario (IBAN: IT18I0100514500000000001267 intestato al CSSRV) o su paypal.me/cssrv, precisando la causale: “Erogazione liberale SPeS – Nome Cognome”.
All’atto dell’iscrizione sarà necessario allegare la ricevuta del versamento. Qualche giorno prima dell’inizio delle lezioni tutti i partecipanti saranno inseriti sulla piattaforma e-SPeS, dove troveranno il materiale didattico e le registrazioni delle lezioni, nonché il link per collegarsi alle lezioni via Zoom. Al termine del corso verrà rilasciato un attestato di partecipazione a chi avrà seguito almeno a 4 lezioni.

 

Summer school: sermoni basso medievali

Il laboratorio si propone di introdurre alle tecniche, ai metodi, alla cultura dell’edizione e traduzione dei sermoni del XV secolo mediante un corso intensivo, che prevede un lavoro pratico con alcuni approfondimenti tematici. L’oggetto di studio sono i sermoni inediti del Quaresimale di Giacomo della Marca (1393-1476).

Il laboratorio si svolgerà in presenza a Viterbo, da lunedì 10 a venerdì 14 giugno 2024 con il seguente orario:

09:00-12:00 approfondimenti funzionali alla corretta edizione, lettura e studio dei sermoni e lavoro personale di trascrizione e traduzione;

15:30-19:00 (tranne il venerdì) verifica a coppie della trascrizione (1 ora); correzione collettiva del lavoro svolto per approntare l’edizione.

I coordinatori del laboratorio sono Lorenzo Turchi, Francesco Nocco e Filippo Sedda. Tra gli altri sono previsti gli interventi di Attilio Bartoli Langeli, Letizia Pellegrini e Rocco Ronzani. Sono altresì previste visite presso biblioteche e archivi di enti ecclesiastici del territorio.

Trattandosi di un corso di alta formazione, possono accedere coloro che sono in possesso di un diploma di laurea (quadriennale o specialistica o magistrale) o di un analogo titolo accademico conseguito all’estero, equiparabile per durata e contenuto al titolo italiano, che conoscano il latino e abbiano competenze in paleografia.

Le domande di partecipazione, corredate di curriculum vitae et studiorum, vanno compilate mediante il modulo (https://forms.gle/7CktjyKtx71F1mNH7) e dovranno pervenire tassativamente entro il 10 maggio 2024.

I coordinatori selezioneranno i candidati da ammettere al laboratorio. Coloro che saranno ammessi dovranno perfezionare l’iscrizione con il versamento di un contributo di 150,00 € (per le spese di segreteria, mentre vito e alloggio sono a carico degli organizzatori). I partecipanti saranno inseriti nella piattaforma e-SPeS dove saranno disponibili i materiali didattici propedeutici e quelli prodotti nel corso del laboratorio.

Gli iscritti che avranno partecipato al laboratorio e svolto l’attività prevista, con risultato giudicato positivamente dai coordinatori, riceveranno un attestato di partecipazione; saranno inoltre invitati a proseguire l’edizione di un gruppo di sermoni del Quaresimale per la pubblicazione attraverso degli appuntamenti mensili online a partire da ottobre 2024.

Per qualsiasi informazione contattare: laboratorioGdM@centrostudisantarosa.org

Comitato scientifico:

Attilio Bartoli Langeli, Maria Grazia Bistoni Grilli Cicilioni, Alvaro Cacciotti, Maela Carletti, Pietro Delcorno, Eleonora Lombardo, Steven McMichael, Francesco Nocco, Letizia Pellegrini, Filippo Sedda, Lorenzo Turchi.

Donne nella Tuscia

In occasione della festa liturgica di santa Rosa (6 marzo) e della giornata dedicata alle donne (8 marzo) il Centro Studi Santa Rosa da Viterbo, in collaborazione con l’ICET (Istituti Culturali Ecclesiastici della Tuscia), il 2 marzo alle ore 15.30 presso la Sala del Quattrocento del Monastero di S. Rosa, organizza un pomeriggio dal titolo “Donne nella Tuscia”. 

Introduce: Santino Tosini

Presentando dei brevi medaglioni di donne della Tuscia, intervengono:

Claudio Canonici, Caterina Paluzzi

Rocco Ronzani, Rita da Cascia

Annamaria Valli, Maria Cecilia Baij

Luciano Osbat, Giacinta Marescotti

Francesco Nocco, Lidia Montesi

Filippo Sedda, Rosa da Viterbo

Monica Ceccariglia, Maria Giuseppa dei Sacri Cuori

Attilio Bartoli Langeli, Maria Maddalena Pollioni

Francesco M. Cardarelli, Margarita di Grosseto poi di Viterbo

Coordina: Eleonora Rava

Sarà disponibile la diretta streaming sul canale YouTube del CSSRV : https://bit.ly/YouTubeCSSRV

Da Viterbo a Querétaro: prove per uno scambio culturale

Il Centro Studi Santa Rosa da Viterbo ha avviato un progetto di cooperazione con la regione del Querétaro in Messico, dove si trova l’unico santuario dedicato a santa Rosa da Viterbo in America del Nord.

Il progetto di cooperazione prevede un accordo con l’istituzione “Coordinación de Patrimonio Inmaterial y Fiestas Comunitarias de la Secretaría de la Cultura del Poder Ejecutivo del Estado de Querétaro”, al fine di operare un proficuo scambio culturale tra le due città e santuari.

Il primo risultato di questa nuova collaborazione è l’avvio di un corso, in lingua spagnola per il pubblico messicano, con lo scopo di monitorare l’accoglienza e creare delle basi per lo sviluppo di ulteriori scambi culturali. Il corso intende approfondire il tema dell’arte sacra e dell’estetica medievale.

Il Progetto di cooperazione, così come il tema e il programma del corso in spagnolo, sono stati presentati all’ambasciatore del Messico presso il Vaticano, che ha mostrato interesse e sostegno per il corso, proponendo di patrocinare il corso dalla suddetta Ambasciata presso la Santa Sede.

Per informazioni sul progetto si prega di scrivere a questo indirizzo mail: santarosa.mexico@centrostudisantarosa.org

 

INCASTRI PER RICOSTRUIRE

Il progetto Incastri per ricostruire è frutto del lavoro svolto da un gruppo di persone detenute nell’ambito delle attività di formazione che il Centro Studi Santa Rosa da Viterbo e l’Università degli Studi della Tuscia hanno avviato a partire dal 2020 in collaborazione con la Casa Circondariale di Viterbo. Esso gode del supporto della Regione Lazio – Direzione Affari Istituzionali e Personale (Determinazione 24 /11/2022, n. G16329), è coordinato da Eleonora Rava e Paola Pogliani, si svolge in collaborazione con il Sodalizio dei Facchini di Santa Rosa, si avvale della progettazione dell’ing. Elena Starnini Sue e della collaborazione di suor Lucia Di Martino, Lucia Maiorano, Lucia Malvinni, Patrizia Tagliatti. L’idea è nata per promuovere attività creative e manuali che garantiscano un accesso al mondo del lavoro partendo dalla conoscenza della progettazione e produzione di un modello semplificato e in scala ridotta di una delle macchine di Santa Rosa: Volo d’angeli. Il percorso offerto è stato articolato in incontri settimanali a cui hanno preso parte i protagonisti della progettazione, della costruzione e del trasporto della macchina di Santa Rosa – Raffaele Ascenzi, Alessio e Mirko Fiorillo, Massimo Mecarini, Giuseppe e Luigi Zucchi – ed in attività pratiche svolte con strumenti didattici che fanno riferimento alla metodica di apprendimento “learning by doing” per favorire la libera espressione della persona detenuta oltre che per coinvolgerla in attività di studio, ricerca e laboratoriali. Il risultato è la realizzazione di un modello componibile e creato, in serie limitata, a partire da semilavorati in legno utilizzando, anche per il packaging, unicamente materiali ecocompatibili. Il modello viene distribuito smontato in piccole parti che, una volta assemblate tra loro con la tecnica dell’incastro, daranno luogo alla struttura tridimensionale. Questa modalità di realizzazione in scala ridotta della macchina di Santa Rosa rappresenta un’innovazione nell’ambito della nota tradizione culturale viterbese. La macchina è espressione della volontà di mantenere viva, fra memoria e fede, la tradizione che lega Viterbo alla patrona cittadina; il trasporto della macchina è simbolo della condivisione dei compiti, del coordinamento, dello sforzo e del sacrificio di oltre cento uomini che se ne fanno carico. Cooperazione e lavoro di gruppo sono i valori che animano il progetto sviluppato con le persone detenute a Viterbo realizzando il modello della macchina di Santa Rosa, una struttura modulare da ricomporre e a cui dare solidità.

I modelli tridimensionali sono frutto del lavoro di Kayhan B., Francesco B., Patrizio C., Pietro C., Christan C., Giuseppe D.M., Calogero F., Daniele F., Stefano F., Sebastiano M., Leonardo M., Giuseppe M., Salvatore N. , Nicola S., Costantino S., Luca T., Jacopo V. I testi sono di: Francesco B. e Patrizio C. con la collaborazione di Andrea M., Luca T., Giuseppe M, Salvatore N. e Stefano F.

Mostra: la ceroplastica nei monasteri clariani

a cura di Lucia Malvinni

Il Centro Studi Santa Rosa da Viterbo ETS organizza a Viterbo una mostra dal titolo “La ceroplastica nei monasteri femminili clariani” dal 7 dicembre 2023 al 30 gennaio 2024, dislocata in due sedi. La mostra si inaugura il 7 dicembre secondo gli orari e i programmi visibili sotto.

Da sempre apprezzata per le sue qualità uniche di malleabilità e somiglianza con l’epidermide umana per via del suo aspetto morbido e levigato, la cera ha trovato, nel corso della storia, diversi impieghi nelle attività artigianali e manuali. Venne impiegata come collante, come materia plastica nella realizzazione di statue antropomorfe, modelli anatomici e decorazioni a rilievo e, infine, come materiale da stampo per creare oggetti in metallo e in qualità di additivo come legante nelle arti pittoriche. Per queste sue caratteristiche, nei monasteri femminili nei secoli passati si utilizzava la cera per produrre oggetti con funzione devozionale, volta a soddisfare le esigenze di culto popolare, in modo particolare attraverso la realizzazione di ceri, ex voto, statuette e figurine del presepe.

Sul finire del Seicento l’arte della ceroplastica devozionale era considerata appannaggio delle monache, soprattutto riguardo ai Bambinelli. Le statue di cera potevano raffigurare Gesù bambino in fasce in vari atteggiamenti: supino, assiso in trono o su una semplice sediolina, dormiente o vigile, in posizione orante o in espressioni naturalistiche. Queste statue potevano essere vendute come doni diretti alle giovani spose in quanto oggetti propiziatori e di buon auspicio; potevano far parte della dote delle monache o sancire la comunione spirituale con altri conventi come nel caso del famoso simulacro di Maria Bambina conservato nell’omonimo santuario di Milano. In altri casi, le sculture in ceroplastica riproducenti il Bambinello e Maria bambina venivano realizzate con lo scopo di essere regalate alle personalità cattoliche di spicco.

Per comprendere i motivi che si celano dietro la produzione di manufatti aventi le sembianze di Gesù e Maria bambini, dobbiamo riflettere sugli influssi di natura spirituale e disciplinare mossi dalla riforma tridentina. Quest’ultima, in linea con il Vangelo, sosteneva l’utilizzo di modelli di comportamento morale da proporre ai fedeli (exempla) attraverso la creazione di sculture di santi e martiri. L’arte ceroplasta si diffuse soprattutto tra gli ordini Mendicanti. Pertanto statue di cera di Gesù Bambino erano diffuse, fra il Seicento e il Settecento, in un numero cospicuo di monasteri di Clarisse.

Orari della Mostra

Monastero di S. Rosa (via S. Rosa, 33)

Tutti i giorni 9.30/12.30, 15.30/18.30 (chiuso il lunedì pomeriggio, tranne il 25 e il 1° gennaio)

Monastero di S. Bernardino (piazza della Morte) 

(coming soon!!!)

 

Limiti: muri e confini nella storia

Convegno internazionale Procida, 23-24 settembre 2023

Il Centro Studi Santa Rosa da Viterbo ETS organizza il convegno internazionale grazie al contributo concesso dalla Direzione generale Educazione, ricerca e istituti culturali e in collaborazione con diversi istituti culturali e università italiane e straniere.

La scelta di Procida è direttamente connessa con il riconoscimento della sede come città della cultura 2022 con il tema “isola che non isola”. Infatti, muri e confini sono diventati una fonte di ansia e disagio nel mondo contemporaneo, perché i movimenti transnazionali di persone hanno eretto nuovi ‘muri’ tangibili e intangibili. Questi segni sono per lo più invocati come barriere per racchiudere e proteggere o per dividere e segregare. Eppure, l’indagine storica dimostra che muri e confini hanno spesso unito le persone, consentendo interazioni multiple sia all’interno che all’esterno del dominio del tempo e dello spazio. Il convegno cerca di esplorare queste relazioni esaminando come muri e confini – materiali, immateriali, ideologici, di genere, linguistici ecc. – possano essere variamente permeabili, collegando piuttosto che dividendo.

Gli interventi sono caratterizzati da approcci multidisciplinari: giuridico, religioso, geografico, culturale, antropologico, linguistico e sociale.

Comitato scientifico:

Simone Allegria, Antonella Ambrosio, Antonio Carannante, Andrew Cecchinato, Francesco Crupi, Ana Del Campo, Rosalba Di Meglio, Maurizio Errigo, Marco Meglio, Paola Pogliani, Irene Poli, Eleonora Rava, Francesca Rossi, Carlo Tedeschi.

Informazioni: segreteria-limiti@centrostudisantarosa.org 

Macchine di pace al Santuario di S. Rosa

In continuità con la mostra “La forza della fede” che già presentava uno spaccato sulla macchina di S. Rosa, nella sala del Quattrocento del Monastero di S. Rosa è stata allestita la mostra internazionale “Machines for Peace”, ricollegandosi al progetto Macchine di Pace, che ha preso avvio a Viterbo lo scorso anno per celebrare i dieci anni del riconoscimento UNESCO delle feste di Rete delle grandi Macchine e spalla, che coincide con il ventennale della Convenzione UNESCO 2003. La mostra completa, che prima è stata a Betlemme e Praga e che poi ritornerà nel contesto internazionale ha voluto dare particolare rilievo alla ricorrenza celebrativa anche in funzione dei festeggiamenti per i 45 anni di vita del Sodalizio dei Facchini di Santa Rosa; infatti tra i collaboratori vi sono i Facchini e GRAMAS, l’associazione delle comunità della Rete.

Nella Sala delle Colonne si ospita l’’esposizione “Reportage di Patrimonio”, che presenta le feste narrate dagli scatti dei fotografi di comunità già presentata a Nola e Sassari.

La mostra, che resterà a Viterbo fino al 10 settembre, è realizzata in collaborazione con Ministero della Cultura- iCPI, è patrocinata dal Ministero degli Esteri, dalla Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO, dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la provincia di Viterbo e per l’Etruria meridionale, dal Rotary International e FRACH e dal Rotary Club di Viterbo, dalla Federazione nazionale Italiana per l’UNESCO, dalla Diocesi di Viterbo, dalle Città della Rete e da Meraviglia Italiana.

Una Rosa in campo: I edizione

“Una Rosa in campo” nasce da una idea della Lega nazionale dilettanti di Viterbo subito accolta dalla Diocesi, dalle suore del Monastero dedicato alla patrona e dal Centro Studi Santa Rosa ETS.

L’appuntamento è fissato per martedì 5 settembre, nell’ambito dei festeggiamenti per santa Rosa. Da piazza S. Lorenzo le squadre partiranno in corteo percorrendo le vie del centro attraversate dal percorso della Macchina. Poi l’arrivo al Santuario per l’evento e le premiazioni. Questo premio calcistico  vuole essere un “riconoscimento a dirigenti, tecnici e atleti che nella stagione calcistica 2022/2023 si sono distinti nell’opera di inserimento e aggregazione sociale”. Un’occasione di coinvolgimento e condivisione basata su valori comuni, quelli più alti dello sport. 

Come afferma papa Francesco: “Lo sport è importante perché insegna a giocare in squadra, salva dall’egoismo e aiuta a non essere egoista. Per questo è importante lavorare in squadra, studiare in squadra e andare nel cammino della vita insieme in squadra. E giocando in squadra ognuno è più persona, più gente, si ingrandisce di più. E giocando in squadra la competizione, invece di essere guerra, è seme di pace”.

Il processo di canonizzazione di Rosa da Viterbo

Sabato 10 giugno alle ore 11, si presenta il volume Il processo di canonizzazione di Rosa da Viterbo (1457), a cura di Attilio Bartoli Langeli ed Eleonora Rava, edito dal Centro Studi Antoniani. La presentazione, aperta al pubblico, ha luogo presso la Sala del Quattrocento del monastero di Santa Rosa (via Santa Rosa 33) a Viterbo.

La pubblicazione raccoglie gli atti inediti del processo di canonizzazione di Rosa da Viterbo, indetto da papa Callisto III nel 1456 e svoltosi nel 1457.

Durante l’incontro, intervengono Sua Eccellenza Orazio Francesco Piazza, Vescovo di Viterbo, la professoressa Alessandra Bartolomei Romagnoli, docente presso la Pontificia Università Gregoriana e Sua Eminenza Reverendissima Cardinale Fortunato Frezza. Gli interventi sono moderati dal professor Francesco M. Cardarelli, docente presso l’Università degli Studi della Tuscia.

L’incontro è trasmesso anche online, in diretta streaming, sul canale YouTube del Centro Studi Santa Rosa da Viterbo.