Il 10 settembre alle 21.00, subito a seguire la relazione di Elenora Rava e Romina De Vizio sul tema “S. Rosa sul web: la pagina di wikipedia”, il gruppo dei giovani, che frequentano il Santuario e da qualche anno seguono il bollettino di S. Rosa, si sono cimentati sulla ricerca e presentazione della figura di s. Rosa su YouTube. Una ricerca condotta con rigore e presentata con un approccio critico fondamentale per comprendere la giovane viterbese.
Vi presentiamo qui di seguito i risultati del lavoro di Renzo Antonelli, Martina Adami, Elizabeth Palmi, Francesca Marinelli, Luca Antonelli, Elisabetta Storcè e Angelo Sapio: tre video di 10 minuti ciascuno accompagnati da una piccola ma sostanziale premessa.
1. Le processioni per santa Rosa
by Luca Antonelli
Cercare sul web come anche su youtube le processioni religiose su Santa Rosa si rimane affascinati dalla storia, dalle usanze di cui tutto il mondo venera il culto della Santa Viterbese.
NURRI (Sardegna)
Anche a Nurri, in Sardegna, ci si prepara per la festa e la processione di Santa Rosa, compatrona del paese.
Coro parrocchiale Sant’ Agostino di Nurri, che ha eseguiti i “Goccius de santa Rosa” accompagnati dalle launeddas da Luca Schirru. I Goccius sono inni tradizionali in lingua sarda che cantano la vita della Santa.
Insieme alla Santa si trasporta un cero votivo acceso, che ogni anno viene aggiunto di cera, proprio come alcuni secoli fa si faceva a Viterbo.
VILLAGGIO MOSE’ AGRIGENTO (Sicilia)
Il Villagio Mosè è una frazione di Agrigento. Anche qui si festeggia nella Parrocchia “Santa Rosa da Viterbo” si ci prepara alla Festa di Santa Rosa. Si vede la statua della Santa predicatrice in abiti francescani, con in mano il crocefisso. Portata a spalla dai “portatori di Santa Rosa” che sono per lo più ragazzi.
ALCOLEA (Spagna)
Alcolea è un comune spagnolo nella comunità autonoma dell’Andalusia. Conta circa 900 abitanti. I patroni sono Santa Rosa e San Sebastiano. Santa Rosa da Viterbo è la loro amatissima patrona. Nessuno sa come sia arrivato il culto di santa Rosa e c’è chi lo considera invece molto antico, addirittura anteriore al seicento. La Statua di Santa Rosa in chiesa si trova al centro di un transetto. Ai lati di santa Rosa si trovano San Rocco a destra e san Sebastiano a sinistra.
La Statua originale di Rosa era stata distrutta durante la Guerra civile; ne è stata poi scolpita un’altra simile all’originale. La statua porta il cordone con nodi legato alla cintura per ricordare gli ordini francescani. Santa Rosa è raffigurata nell’atteggiamento più consueto dell’iconografia spagnola, in piedi sulla roccia in atteggiamento di predicazione, con la croce nella mano sinistra e la destra sollevata nell’atto di accompagnare la parola con il gesto. I piedi sono nudi. L’aureola non raffigurano fiori ma spighe di grano.
Per la Festa di santa Rosa, in occasione della processione, le persone comprano petardi e fuochi da far esplodere al passaggio della statua fra grida che inneggiano alla Santa. Per l’occasione la maggior parte della gente tornano al paese, anche da luoghi lontani, per rendere omaggio alla patrona e partecipare alle feste notturne con balli popolari. I festeggiamenti durano 3 giorni e sono preceduti da una novena che termina il 3 settembre, per questo sono i più importanti: al confronto quelli di san Sebastiano, che è l’altro patrono che durano solo un giorno.
SANTA ROSA DE VITERBO (Brasile)
Desfile
Santa Rosa de Viterbo è un comune del Brasile. La Patrona per l’appunto è Santa Rosa. Nel pomeriggio del 4 settembre, la nostra città è diventata più gioiosa. La parata civica ogni anno porta un tema, temi che riguardano parte della vita quotidiana di ciascuno.
In un vero spettacolo, studenti, insegnanti e coordinatori scolastici della nostra città sono stati attori di una delle sfilate più eccitanti che si siano mai tenute nella nostra città.
Il 4 settembre siamo di nuovo bambini con questo spettacolo favoloso, che ha salvato i valori e reso felice il nostro popolo in questa data speciale per la nostra città. La gioia che abbiamo visto nei volti dei partecipanti e di coloro che ne sono stati testimoni è la garanzia dell’ottimo lavoro svolto da ciascuna Unità scolastica. Viene portata la Statua di santa Rosa su un carro addobbato per l’occasione anche questo in base al tema proposto.
Per concludere, credo che in tutto questo c’è qualcosa che commuove e che induce a meditare quanto attuale e vitale sia il messaggio di fede, che nel pieno dell’attualità, Santa Rosa diffonde ancora nel mondo.
2. Santa Rosa nei cartoni animati
by Elisabetta Storcè
Introduzione
“S. Rosa è per definizione vicinissima ai giovani, giovanissimi e bambini, la sua breve esistenza la rende parte integrante di un tessuto cronologico molto in linea con l’infanzia e l’adolescenza, che di certo al tempo ebbero connotazioni sensibilmente diverse dai tempi nostri. La stessa iconografia ne sfuma costantemente i tratti fisionomici che, come detto nel recente convegno di primavera, non potevano essere del tutto distesi per via della grave problematica cardio/respiratoria che l’affliggeva.
Pienamente giustificato, allora, il tratto di chi la rappresentò con oli, pennelli, scalpello o matita rendendoci immagini serafiche, ispirate, serene e assai in sintonia con lo spirito di un bambino, che è la speranza di un futuro migliore. Avvicinare Santa Rosa ai più piccoli diviene pertanto un’operazione semplice e, perché no, spontanea. La sua festa è in realtà tutto ciò che un bimbo può prediligere: il suono della banda, la luce della Macchina, i colori del Corteo, gli echi popolari della fiera, un giocattolo, un souvenir, il respiro di una piccola comunità che per quel giorno decolla, portando in alto anche il sorriso dei bambini, che trovano emozioni destinate ad essere rivissute nel futuro, e noi glielo auguriamo. In fondo è questo il messaggio di questa creatura: la spontaneità che l’uomo del 2000 mostra di aver lasciato troppo indietro.”
Spiegazione filmati
I filmati reperiti hanno come filo conduttore la presentazione di Santa Rosa ai bambini attraverso la raffigurazione di cartone animato.
In apertura abbiamo un prezioso video: trattasi di un trailer animato (produzione del 2015) con protagonista una famiglia in viaggio per Viterbo in visita a un parente che fa il facchino.
Il babbo spiega alla figlioletta Rosa in cosa consiste la festa che vedranno e la invita a conoscerne il significato più profondo visto che ella porta il nome della Santa. Purtroppo il filmato dura troppo poco, in quanto facente parte di un progetto assai più ampio con specifico fine turistico, spentosi in fase embrionale per carenza di fondi. Affezionarsi ad esso è stato istantaneo e ci siamo chiesti se magari un giorno contattandone l’autore, Michele Arena, sarà possibile collaborarci e portarlo a termine. Raro e perspicace, il trailer in questione è da apprezzare soprattutto perché pone l’accento della festa non sul trasporto della Macchina bensì sulla Processione.
La minuzia dei particolari rappresentati non sfugge infatti a chi conosce bene la nostra Festa: addirittura troviamo ritratta in veste di cartone animato una ROSINA ovvero una delle figuranti principali del Corteo Storico che sfila il 2 settembre di ogni anno e che spesso viene immeritatamente posto in secondo piano, senza che ne venga esaltato il pregio storico di cui noi andiamo fieramente orgogliosi.
Il secondo filmato è anch’esso un cartone animato, ha una durata di 4 minuti circa ed è il racconto della vita della piccola Rosa. La composizione è elementare: immagini semplici, dialoghi immediati. Fa parte di una serie di cartoni prodotti dall’Oratorio Berbenno che nel 2015 aveva realizzato una produzione su “Santi e Sante di ieri e di oggi” dove si racconta la loro vita con animazioni brevi e oserei direrustiche. L’interlocutore è senza dubbio un bambino che si approccia per la primissima volta alla conoscenza di un soggetto complesso quale Rosa e per questo viene guidato passo passo attraverso scenetteche possono rimanergli impresse; basti porre attenzione alla rappresentazione dei miracoli che vengono raccontati con enfasi e in modo quasi rudimentale per non parlare delle varie inesattezze storiche che vengono commesse. Infatti se volessimo disquisire sull’effettiva veridicità dei fatti narrati, dovremmo aprire un altro convegno, ma qui il punto è un altro: l’accessibilità a Rosa per un pubblico NON ADULTO, e l’autore anche se a volte passando attraverso una trama narrativa fuorviante, centra l’obiettivo, captare l’attenzione di un pubblico molto giovane ed acerbo.
Il terzo ed ultimo filmato è dato da alcuni fotogrammi tratti dal un raro cartone animato risalente agli anni ’50 che un grande stimatore di Santa Rosa, il Viterbese Gianluca di Prospero, ha recuperato e rielaborato per le Clarisse del Monastero.
Il filmato dura 12 minuti e ciò che colpisce è la fattura in sé, in quanto già dal primo impatto visivo si carpisce tutta la solennità, austerità, ma anche la delicatezza delle tecniche che si potevano utilizzare all’epoca nel montare un prodotto rivolto ai bambini. Degno di nota è che le immagini che scorrono sono le celebri stampe del Conti e le musiche di sottofondo, creano la giusta atmosfera per apprezzarle ancora di più.
La narrazione comincia con la nascita della piccola Rosa e prosegue con i racconti dei miracoli e delle peripezie che dovette affrontare e a differenza del filmato precedente qui non vengono compiute imprecisioni biografiche, anzi si apprezza lo sforzo dell’autore nel rendere decifrabile anche ai più piccoli la grande ed articolata vita di Rosa rimanendo fedele alle fonti.
3. Santa Rosa nel web
by Angelo Sapio
La ricerca di video dedicati a tutto ciò che ruota attorno al “mondo s. Rosa” su YouTube ci ha portati a creare tre blocchi tematici separati di frammenti audio-visivi inediti, curiosità provenienti da tutto il mondo sulla figura della patrona viterbese, escludendo ovviamente l’enorme quantità di materiale reperibile sulla Macchina di s. Rosae sul Corteo Storico.
Nello specifico questo terzo blocco rappresenta, per il vero, un assemblamento disorganico di contributi eterogenei sulla partecipazione popolare alla conoscenza della figura della Santa e alla devozione che le si tributa.
Il primo filone è dedicato alla Comunità di Santa Rosa de Viterbo a Queretaro, in Messico, dove ancora oggi sussiste forse il più grande e mirabile esempio del culto rosiano in America Latina, da non confondersi con quello per Santa Rosa da Lima e diffusosi ben prima che da quest’ultimo venisse fagocitato. Qui si trova una grande e prestigiosa chiesa barocca-coloniale, che un tempo era affiancata ad un convento di Clarisse, prima che questo venisse soppresso dalla rivoluzione nazionale laicista di inizi ‘900. La chiesa è sopravvissuta e con essa anche la devozione popolare che si esplica tutt’oggi con l’accensione di un castillo pirotecnicodi grandi dimensioni. Si tratta di una tipica tradizione molto diffusa in tutta l’America Latina ed osservata in special modo durante le feste patronali: si allestisce una grande impalcatura lignea elevata in verticale in forma longilinea e si installa su questa una grande quantità di giochi pirotecnici, girandole, fontane e fiaccole che spesso si azionano attorno alla figura del santo patrono. E’ curioso osservare come anche a Viterbo, durante i festeggiamenti per s. Rosa, durante il XIX secolo, si verificasse una tradizione simile. Da vecchie cronache del tempo sappiamo infatti che: “A notte inoltrata veniva incendiata la Macchina Artificiale di ricercato disegno ed abbondante di fuochi”. Oppure ancora, ad esempio nel 1829, tra le varie attrazioni “si procedeva all’incendio del fuoco d’artificio lavorato, e diretto da celebre fuochista romano, e disposto sopra una macchina di nuovo disegno ed invenzione”. Questa antica tradizione folkloristica, insieme con altre del programma festeggiamenti per s. Rosa, è sopravvissuta fino ai primi decenni del secolo scorso. Lo spettacolo pirotecnico dei fuochi d’artificio, che oggi avviene la sera del 3 settembre, al termine del trasporto della Macchina, forse rappresenta ciò che rimane dell’eredità di quell’antico spettacolo.
Passiamo poi negli USA, dove nel Wisconsin e precisamente nella città di La Crosse, abbiamo scovato un prestigioso campus universitario dedicato alla nostra città ed un tempo addirittura alla nostra Santa. Si tratta della Viterbo University, un istituto inizialmente scolastico, la St. Rose of Viterbo School,poi College ed infine University (con decreto del 4 settembre 2000), fondato nel 1890 da una congregazione di suore francescane di vita attiva, come le nostre Alcantarine, le Sorelle Francescane della Perpetua Adorazione,che dedicano la loro missione principalmente all’insegnamento.Su YouTube nel 2015 è stato caricato un video, girato nella cappella dedicata a s. Rosa, nel quale una giovane insegnante, o forse una studentessa veterana, vestiva i panni di Rosa e raccontava ai ragazzi la storia della sua vita. Non una lezione frontale fatta di dati storiografici, ma un’interpretazione in prima persona del suo cammino nel mondo, autoironica, scevra da ogni luogo comune tradizionale, invitando tutti piuttosto a fare la sua conoscenza senza pregiudizi e a provare a praticare l’amore per il Signore come ha cercato di fare Lei. Un richiamo alla fede e alla speranza, a non avere paura a scegliere ancora un punto di rifermento, solo apparentemente obsoleto, nell’ordinario della vita quotidiana senza prodigi ed azioni mirabolanti, cercando piuttosto di essere la migliore versione di sé stessi… in una congiuntura socio-culturale come la nostra, aldilà di ogni retorica, sempre più fuori di ogni controllo e dove anche il saggio smette di esserlo perché non ne vede più la ragione. E’ evidente dunque la forte dicotomia tra i diversi modi di presentare s. Rosa, tanto nei contenuti quanto nelle forme, in Italia ed oltre oceano.
Chiudiamo infine il terzo blocco con una curiosità di casa nostra. Nel 1998 veniva trasmessa su Rai Uno in mondo-visione da Viterbo, Piazza s. Lorenzo, il programma televisivo “Una Rosa per il Duemila”, dal nome della macchina di s. Rosa di quell’anno, diretto da Anna Galiena. Nell’omaggio alla nostra città e alle sue tradizioni, i Cataclò, un celebre gruppo di ballerini acrobati, hanno eseguito una loro coreografia dal titolo “Pyramide” su di una piattaforma sorretta dai ciuffi dei Facchini di s. Rosa. Un chiaro tributo alla Macchina e allo sforzo di chi la conduce.